Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha fatto causa ad Activision Blizzard a causa di accuse secondo cui l’editore avrebbe istituito un soft salary cap anti-competitivo per i giocatori delle sue leghe esportive Call of Duty e Overwatch. L’editore ha accettato di risolvere la causa.
Il reclamo dettaglia quello che le due leghe chiamavano una Competitive Balance Tax. In base alla tassa, se una delle squadre a franchising pagava ai propri giocatori più di un limite imposto da Activision Blizzard, le squadre sarebbero state multate e la somma distribuita alle altre squadre non violate. In teoria, la Competitive Balance Tax doveva impedire alle squadre più ricche e meglio dotate di inglobare il miglior talento con stipendi elevati (ovvero ciò che chiamo la regola “2023 Boston Uprising”). Ma pare che, in pratica, questa sia stata utilizzata per sgonfiare i salari di tutti i giocatori in generale. Secondo la denuncia:
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“Le squadre hanno riconosciuto che le loro spese per la compensazione del giocatore sarebbero state maggiori senza la Competitive Balance Tax. La tassa ha minimizzato il rischio che una squadra avrebbe battuto un’altra in modo sostanziale per un giocatore. La tassa ha danneggiato non solo i giocatori più pagati, ma ha anche depresso i salari per tutti i giocatori della squadra. Ad esempio, se una squadra voleva pagare un grande stipendio a un giocatore, la squadra avrebbe dovuto pagare meno agli altri giocatori della squadra per evitare la Tassa. Le squadre hanno anche capito che la Tassa incentivava i loro concorrenti a limitare la compensazione del giocatore allo stesso modo, aggravando ulteriormente gli effetti anti-competitivi della Tassa”.
Il comunicato stampa del DOJ contiene anche i termini del decreto di consenso della transazione, che vieta ad Activision Blizzard di imporre qualsiasi tipo di tassa o salary cap in futuro.
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Activision Blizzard aveva già concluso la tassa prima di questa transazione. Nel 2021, ha interrotto la pratica in mezzo a un’indagine del Dipartimento di Giustizia. Joe Christinat, portavoce di Activision Blizzard, ha commentato la causa in un’email a The Verge:
“Abbiamo sempre creduto, e crediamo ancora, che la Competitive Balance Tax fosse legale, e non ha avuto un impatto negativo sui salari dei giocatori. La tassa non è mai stata applicata, e le leghe l’hanno eliminata volontariamente dalle nostre regole nel 2021”.
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Nel 2022, Jacob Wolf ha segnalato che i negoziati per la transazione tra Activision Blizzard e il DOJ si erano interrotti. Con la recente azione legale e la successiva transazione di Activision Blizzard, sembra che l’editore voglia evitare complicazioni per la sua imminente acquisizione da parte di Microsoft, che è già disseminata di accuse di comportamento anti-competitivo.
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