Nuove ricerche dell’Ohio State University, basate sull’osservazione effettuata dall’Osservatorio Chandra X-Ray della NASA, hanno rivelato come i venti galattici, ovvero potenti flussi di particelle cariche e gas ad alta energia, possano cambiare la composizione chimica della galassia ospitante, semplicemente soffiando in una direzione specifica.
Come il vento gioca un ruolo importante nella vita sulla Terra spostando semi, polline e altro da un luogo all’altro, i venti galattici possono cambiare la composizione chimica delle galassie in cui si formano soffiando in una direzione specifica.
Gli scienziati hanno analizzato la galassia spirale NGC 253 vicino alla Via Lattea e hanno scoperto che, sebbene le quantità di questi elementi possano variare, le abbondanze di ossigeno, neon, magnesio, silicio, zolfo e ferro raggiungono il picco al centro della galassia e diminuiscono con la distanza dal centro. Questo indica che laddove il gas caldo si raffredda ed emigra dal centro, lascia dietro di sè una concentrazione più bassa di questi elementi.
Secondo lo studio pubblicato nell’Astrophysical Journal, la comprensione dei detriti celesti che compongono queste enormi galassie potrebbe aiutare gli astronomi a comprendere più a fondo il funzionamento della formazione galattica in altre aree dell’universo.
“La nostra ricerca potrebbe riflettere che le dimensioni di una galassia, o addirittura la sua morfologia, potrebbero influire sul modo in cui il gas lascia questi sistemi”, ha detto Sebastian Lopez, autore principale della ricerca e dottorando in astronomia all’Ohio State University.
Tra il 1999 e il 2018, la sonda Chandra ha osservato NGC 253 solo sette volte, ma l’analisi dei dati delle immagini e degli spettri raccolti da quelle osservazioni ha permesso al team di Lopez di individuare le linee di emissione lasciate dai venti. Nel compilare questi dati, i ricercatori hanno scoperto che le previsioni precedenti sugli studi a raggi X effettuati su NGC253, secondo cui i venti galattici si espandono a forma di bolla, non sono corretti.
Invece, i modelli creati dal team di Lopez mostrano in quale direzione i venti si muovono all’opposto dal centro della galassia per poi irradiarsi verso le regioni in alto a destra e in basso a sinistra. Lopez attribuisce gran parte di questa discrepanza ai dati disponibili al momento degli studi precedenti e agli avanzamenti tecnologici degli ultimi anni.
Lopez immagina che i modelli più accurati creati attraverso questa ricerca possano aiutare gli astronomi a studiare i venti di altre galassie, come a calcolare le velocità e scoprire ciò che li rende così capaci di creare unico ambiente stellare.
“Nel prossimo futuro vogliamo fare questa analisi per un insieme più grande di galassie diverse e vedere come cambiano le cose”, ha detto Lopez.
La ricerca è stata sostenuta dalla NASA e i co-autori erano Laura Lopez, Dustin Nguyen, Todd Thompson, Smita Mathur e Amy Sardone dell’Ohio State, Alberto Bolatto dell’Università del Maryland e Neven Vulic di Eureka Scientific.
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