Il prezzo del rame è aumentato grazie alla debolezza del dollaro americano e alla speranza di una maggiore domanda. Il rame è salito da un minimo di 6.955 dollari lo scorso luglio, quando il principale consumatore, la Cina, ha abbandonato le restrizioni causate dal COVID-19, ma i tassi d’interesse in aumento e la preoccupazione per la crescita globale e i prestiti bancari hanno fatto scendere i prezzi dal massimo di 9.550,50 dollari di gennaio.

Martedì il dollaro è sceso al suo livello più basso dal 3 febbraio, poiché gli investitori hanno risposto ai dati deboli sulla produzione negli Stati Uniti scommettendo che l’aumento dei tassi d’interesse si fermerà presto. Il rame è aumentato martedì grazie alla scommessa degli investitori sulla crescita della domanda e alla debolezza del dollaro americano, rendendo i metalli prezzati in dollari verdi più convenienti per gli acquirenti con altre valute.

Il contratto di rame della London Metal Exchange (LME), utilizzato nei cablaggi elettrici, è salito dell’0,4% a 8.950 dollari la tonnellata alle 10:21 GMT. Mentre la domanda cinese è migliore rispetto all’anno scorso, non è aumentata così fortemente come molti analisti si aspettavano. Gli analisti di Guotai Junan Futures hanno dichiarato che gli ordini della State Grid cinese non hanno incontrato le aspettative e che i nuovi ordini nel settore solare e per i cavi elettrici si sono ridotti.

Molti analisti e investitori rimangono comunque rialzisti. «L’aumento della domanda di veicoli elettrici, la generazione di energia rinnovabile e la conservazione e trasmissione dell’energia stanno già compensando la contrazione nel settore immobiliare in Cina… e una recessione economica in Occidente», ha detto il stratega di Saxo Bank, Ole Hansen. Ha previsto che i prezzi saliranno a massimi record sopra i 10.845 dollari nel secondo semestre del 2023. «La prospettiva di un mercato del rame sempre più stretto nei prossimi anni sarà il motore», ha detto.

In altri metalli, il prezzo dell’alluminio LME è rimasto quasi immutato a 2.398 dollari a tonnellata, lo zinco è sceso dello 0,5% a 2.883 dollari, il nickel è salito dello 0,6% a 23.500 dollari, il piombo è aumentato dello 0,4% a 2.124 dollari e lo stagno è sceso dell’0,8% a 25.835 dollari.

In sintesi, la debolezza del dollaro americano e la speranza di una maggiore domanda hanno spinto il prezzo del rame al rialzo. Tuttavia, l’aumento dei tassi d’interesse e la preoccupazione per la crescita globale e i prestiti bancari rappresentano un rischio per i prezzi futuri del rame. Gli analisti rimangono divisi sulle prospettive del mercato del rame, ma molti sono ancora rialzisti sulla base dell’aumento della domanda di veicoli elettrici e di energia rinnovabile.

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