Scoperta debolezza dell’infiammazione: la svolta che potrebbe cambiare la medicina

I ricercatori dell’Università di Kyoto hanno scoperto che i neutrofili, un tipo di globuli bianchi, possono indurre macrofagi anti-infiammatori (M2) all’interno dei granulomi, che sono strutture globulari dense che si formano durante l’infiammazione cronica. Questa polarizzazione del macrofago M2 può aiutare a regolare l’infiammazione e la salute del tessuto. Il team ritiene che le loro scoperte, derivate dallo studio della tubercolosi, potrebbero essere applicate anche allo sviluppo dei tumori. Comprendendo come viene formato un microambiente permissivo ai batteri, i ricercatori sperano di contribuire allo sviluppo di farmaci anticancro più efficaci.

Quando il nostro corpo viene infettato, vengono attivate diverse risposte immunitarie, a partire dalla liberazione di granulociti, globuli bianchi che contengono enzimi speciali che compongono circa la metà o più di tutti i globuli bianchi umani. I neutrofili sono anche granulociti che combattono batteri e funghi invasivi, spesso senza tolleranza per tali invasori. Tuttavia, a volte, un approccio equilibrato e meno aggressivo va ancora più lontano nel fornire una cura.

Ora, un team di ricercatori dell’Università di Kyoto ha determinato che i neutrofili inducono macrofagi anti-infiammatori, o M2, nel nucleo dei granulomi. In precedenti studi, si è scoperto che i macrofagi infiammatori cronici hanno il potenziale per polarizzarsi o differenziarsi in due versioni opposte: infiammatorie, o M1, e anti-infiammatorie, o tipi M2. Questi costituiscono un equilibrio M1-M2 che regola la gravità dell’infiammazione e la salute del tessuto o l’omeostasi.

Questa natura duale o polarizzazione descrive come il M2 possa invertirsi in M1 o persino in M0, lo stato non infiammatorio o stabile, nella profonda zona del granuloma dove si forma un microambiente permissivo ai batteri. Il team ha esaminato le dense strutture globulari dei granulomi negli animali, in particolare nei polmoni.

“Microbi e cellule tumorali potrebbero manipolare questo microambiente permissivo per favorire la loro sopravvivenza”, afferma Tatsuaki Mizutani. I disturbi correlati al granuloma umano, tra cui la tubercolosi, sono un segno distintivo delle malattie infiammatorie croniche. Mizutani ipotizza che i risultati ottenuti dal suo team dalla tubercolosi possano essere applicati anche ai tumori.

Studi precedenti hanno rivelato che le interazioni intercellulari all’interno dei granulomi guidano efficaci risposte infiammatorie contro patogeni o contaminanti, ma l’infiammazione cronica, come nella tubercolosi e nei tumori, persiste per periodi prolungati.

Per testare come prevedere lo sviluppo del tumore, il team di Mizutani ha precedentemente stabilito un modello di granuloma al polmone in cavie, che ha dimostrato l’accumulo specifico di S100A9 Neutrophil deep nel nucleo dei granulomi. A9 è espresso nei monociti e nei macrofagi a bassi livelli ma ad alti livelli nei neutrofili. “Ciò che è interessante è che sia gli effetti infiammatori che anti-infiammatori di A9 sono stati segnalati nei topi deficienti di A9”, osserva Mizutani, il cui team sta ora considerando se rendere la natura multifunzionale di A9 anti-tumorale nel microambiente tumorale.

“La nostra comprensione di come si forma un microambiente permissivo nei tumori potrebbe essere applicata allo sviluppo di farmaci anticancro efficaci”, riflette Mizutani.

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Di RRR

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