Il telescopio spaziale James Webb ha osservato una galassia gravitazionalmente lenticolare risalente a 510 milioni di anni dopo il Big Bang, rivelando nuove informazioni sul processo di reionizzazione dell’Universo primordiale e sulle caratteristiche delle galassie più antiche.
Le nuove osservazioni effettuate attraverso l’imaging e la spettroscopia del telescopio spaziale James Webb hanno infatti rivelato l’esistenza di una galassia gravitazionalmente lenticolare con forti linee di emissione nebulare a uno spostamento verso il rosso pari a 9,5. Ciò corrisponde a 510 milioni di anni dopo il Big Bang.
Sebbene poco si sappia sulle galassie a così antichi tempi, grazie alle linee di emissione presenti nello spettro di questa lontana galassia è stato possibile determinare alcune delle sue proprietà fisiche. Si ritiene infatti che l’Universo fosse una volta opaco, dominato da un denso idrogeno neutro che riempiva lo spazio intergalattico.
La luce delle prime galassie ha gradualmente reionizzato la maggior parte del gas nel mezzo intergalattico, trasformando l’Universo e rendendolo trasparente. Tuttavia, il timeline preciso della reionizzazione e i contributi relativi delle prime galassie dell’Universo a questo processo rimangono incerti.
Hayley Williams e i suoi colleghi hanno condotto osservazioni di imaging e spettroscopia nel vicino infrarosso utilizzando il telescopio spaziale James Webb per studiare la galassia lenticolare. La galassia osservata si trova a uno spostamento verso il rosso di 9,5, corrispondente a circa 510 milioni di anni dopo il Big Bang e prima della completa reionizzazione. L’alta magnificazione fornita dalla lente gravitazionale ha consentito agli autori di individuare e ottenere informazioni spettroscopiche riguardo alla galassia.
Secondo quanto evidenziato dalla ricerca, la galassia ha un raggio di 16,2 parsec ed è molto più compatta di altre galassie con una luminosità equivalente, suggerendo una densità elevata di formazione stellare. Inoltre, l’analisi spettrografica ha rivelato la presenza di abbondanza di ossigeno e idrogeno.
La scoperta dell’esistenza di questa galassia gravitazionale rappresenta quindi un’importante opportunità per approfondire le conoscenze relative all’Universo primordiale, in particolare per comprendere meglio il processo di reionizzazione e le prime galassie del nostro Universo.
La ricerca è stata supportata dalla National Science Foundation e dalla NASA attraverso lo Space Telescope Science Institute, con finanziamenti aggiuntivi dall’United States-Israel Binational Science Foundation e dalla Spanish State Research Agency.
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